Apre una scuola di tennis che porta il suo nome, ma che non aderisce alla Federazione Italiana Tennis; questo fa sorgere qualche perplessità sul possibile futuro agonistico degli allievi. Secondo il miglior stile Panatta, per i ragazzi sono previste veroniche e volées in tuffo a volontà
Roma. Adriano Panatta ha aperto una scuola di tennis che porta il suo nome a pochi passi dalla sede della Federazione Italiana Tennis. Forse la collocazione geografica è solo il frutto del caso, poiché l’Adriano Panatta Tennis School dalla FIT si è subito posta ad una distanza siderale, decidendo di non aderirvi.
Era ovvio. La separazione dell’ex capitano dell’Italia di Coppa Davis con la Federazione Italiana Tennis e con il suo presidente Angelo Binaghi fu, infatti, tutt’altro che consensuale. Resa poi ancor più dolorosa dal fatto che proprio Panatta ne fu il grande sponsor quando sfidò l’avvocato Paolo Galgani, ormai pietrificato sulla sedia: “Binaghi è giovane, è bravo ed è amico mio”, disse per accreditarlo.
Angelo Binaghi prima lo nominò direttore degli Internazionali d’Italia, poi lo defenestrò anticipandogli la notizia a mezzo stampa con un breve e laconico comunicato: «Il Consiglio Federale ha autorizzato all’unanimità i legali della Fit a risolvere unilateralmente per inadempienza, con effetto immediato, il contratto con la Società P.C.& M. s.a.s. dell’ ex-direttore del torneo di Roma, Adriano Panatta». Ovviamente ci fu un interminabile strascico legale per determinare chi avesse ragione, ma questa è un’altra storia che non riguarda i ragazzi che si affideranno all’Adriano Panatta Tennis School per divenire futuri campioni.
Bolelli docet. Si può divenire campioni senza avere in tasca la tessera della Fit? Questa è la domanda a cui sarebbe opportuno dare una risposta. A giudicare dal caso di Simone Bolelli vengono spontanei un po’ di dubbi. Bolelli, che per protesta aveva restituito la tessera Fit insieme al suo allenatore dopo essere stato punito per il suo rifiuto a partecipare ad un turno di Coppa Davis, fu interdetto da tutti i circoli italiani aderenti alla Federazione Italiana Tennis, pena l’espulsione del circolo ospitante dalla Fit, con la conseguente cancellazione della locale scuola federale.
Dopo una breve e poco convinta resistenza, Bolelli congedò l’allenatore e mentore Claudio Pistolesi, fece retromarcia è tornò all’ovile. E’ una storia che fa pensare. Come fa pensare il fatto che, probabilmente (ma non abbiamo notizie dirette al momento), per i ragazzi senza tessera non sarà possibile partecipare a tornei organizzati dalla Fit, ovvero la quasi totalità di quelli disputati nel nostro Paese. Un fattore determinante che si spiega con la semplice equazione: niente tornei uguale niente punti, ovvero niente classifica.
Forse la soluzione al problema è già stata individuata e, se ci verrà comunicata, la renderemo pubblica con grande piacere per fugare eventuali dubbi o preoccupazioni dei genitori in merito ad una possibile carriera futura dei propri pargoli. Una strada che ci viene in mente, un po’ tortuosa a dire il vero, è quella di far tesserare i ragazzi altrove trasformando di fatto la scuola in una clinic di durata annuale. Ma stiamo realmente tirando a indovinare. Di sicuro Panatta avrà la risposta che a noi sfugge.
Le memorie di Adriano. Il sessantaduenne “Ascenzietto”, vezzeggiativo usato dagli amici di gioventù mutuandolo dal nome del padre Ascenzio, custode del “Tennis Club Parioli”, è stato uno dei più grandi talenti del tennis italiano. Esplode ai Campionati Italiani Assoluti del 1970, dove batte in finale Nicola Pietrangeli, allora campione in carica e mostro sacro del tennis di casa nostra. Panatta interpreta un tennis nuovo e aggressivo, moderno rispetto a quello di Pietrangeli, legato comunque all’eleganza e al bel gioco. Da lì i trionfi, come la Coppa Davis in Cile, gli Internazionali d’Italia, il Roland Garros e, soprattutto, l’onore di essere stato l’unico tennista a sconfiggere Björn Borg agli Open di Francia, exploit riuscitogli per ben due volte: agli ottavi di finale dell’edizione del 1973 (7–6, 2–6, 7–5, 7–6), e sempre ai quarti nel mitico ‘76 (6–3, 6–3, 2–6, 7–6).
La scuola. Mai domo, Adriano Panatta apre oggi una scuola di tennis dove affiancherà con la sua esperienza, non solo i giocatori del futuro, ma allo stessotempo i numerosi “amatori” che ogni giorno imbracciano la racchetta per cimentarsi in una partita con gli amici a cui non rinuncerebbero mai.
Inutile dire che Panatta ha le idee chiare: “L’attività di base, con un programma intensivo anche nel periodo extra-scolastico, e lo sviluppo di un settore agonistico sono i nostri primi obiettivi – spiega Adriano, partner dell’Orange Tennis Club – e inoltre vorrei cercare di applicare a tutta la vita sportiva del circolo un’idea di eccellenza. Questo non significa esasperare gli aspetti competitivi. L’intento è quello di avere un approccio attivo; non vogliamo mettere a disposizione dei nostri utenti solo i campi da gioco ma anche un supporto tecnico continuo. Lavoreremo perché la scuola di tennis acquisisca una propria, forte identità, affinché sia in grado di diventare un punto di riferimento nel mondo del tennis”.
La scuola di tennis, oltre alla presenza e alla supervisione costante di Adriano Panatta, si affiderà alla serietà e alla professionalità di Alessandro Baldoni, ex giocatore di serie A (migliore classifica Italiana n.8, migliore classifica ATP n.196) e allenatore di numerosi tennisti, che rivestirà il ruolo di Responsabile Tecnico della scuola. Il resto dello staff, che affiancherà Baldoni, è stato selezionato con l’obiettivo di poter interpretare al meglio tutti i vari aspetti del supporto didattico: dall’avviamento al perfezionamento, all’attività agonistica.
Per i più piccoli, alle prime esperienze sportive e tennistiche, sarà proposto un percorso destinato a creare passione e capacità tecnica. Il progetto didattico poi sarà esteso a tutto l’anno, includendo già nel programma di base la possibilità di svolgere attività intensiva nel periodo extra-scolastico. Parallelamente lo staff sarà impegnato a sviluppare un Settore Agonistico che nel tempo diventi il fiore all’occhiello del panorama tennistico italiano.
Fonte: www.tennis.it