L’ex numero 68 della classifica Atp elogia il lavoro della federazione e prevede un futuro roseo per il tennis italiano
A volte sembra che gli anni non passino mai e veder giocare Alessio Di Mauro, muoversi ancora sul campo con grande agilità e fronteggiare avversari di venti anni più giovani di lui sembra essere una delle dimostrazioni della relatività del tempo.
Ma gli anni, in realtà, passano ugualmente e, già da un po’ di tempo, il tennista siciliano ha deciso di dire addio all’attività internazionale pur continuando a giocare numerosi tornei Open.
A 42 anni, però, la sua attività principale è quella di maestro al Cus Catania, anche se, in questa estate 2019, non ha rinunciato a giocare, ed anche bene, i tornei Open organizzati in Sicilia e in Calabria.
E tra una semifinale ed una finale, un allenamento ed un match, l’ex numero 68 della classifica ATP segue le vicende del tennis mondiale, a partire dagli azzurri: “La federazione ha lavorato bene negli ultimi anni – dice Di Mauro – ed ora sta raccogliendo i frutti del lavoro svolto”.
Il Roland Garros 2018 è stato il punto di svolta: “Un giocatore nei primi 100 tira l’altro – ha proseguito analizzando il percorso di crescita del tennis azzurro – l’impresa di Marco Cecchinato, che lo scorso anno ha fatto qualcosa di eccezionale raggiungendo la semifinale a Parigi, battendo giocatori come Djokovic ed altri di grande livello e arrivando fra i primi venti al mondo, è stata la spinta per tanti giovani.
Oggi, infatti, ci sono ben sei giocatori fra i primi 100 ed altri potrebbero fare il loro ingresso a breve. Come Salvo Caruso che si trova ad un passo dall’avere una classifica in doppia cifra”.
Qualche anno fa, fra i primi 100 giocatori del mondo c’era anche lui ed il suo “best ranking” (numero 68) lo raggiunse nel febbraio del 2007.
Allora, però, era impensabile, probabilmente, che un giocatore italiano potesse imporsi in un torneo sull’erba: “C’erano dei giocatori capaci di giocare bene sull’erba come Navarra e Pozzi – sottolinea Di Mauro – ma che un azzurro potesse vincere un torneo a livello ATP era francamente improbabile. Complimenti a Berrettini e Sonego non solo per il torneo vinto, ma per l’ottima stagione. Sono ragazzi che lavorano abbastanza bene perciò meritano il successo che hanno avuto”.
Il presente è dei Fognini, Berrettini, Cecchinato, Sonego. Il futuro è sempre incerto, ma, secondo Di Mauro, decisamente roseo. Nella sua attività di maestro allena e incontra quotidianamente tanti ragazzi, soprattutto in Sicilia: “Ci sono dei ragazzi che stanno venendo fuori bene – afferma – tanti sono siciliani.
Mi auguro che possano arrivare presto fra i primi cento. Negli ultimi anni è stato fatto un buon lavoro qui da noi, ma anche nel resto d’Italia perché ci sono altre accademie e strutture che hanno lavorato bene. Penso quindi che il futuro del tennis italiano sia roseo”.