Roddick-Djokovic, un incontro che vale una finale di altri tempi
Avrebbe potuto essere una grande finale solo un paio di anni fa. E’ invece un secondo turno, oggi, fra un n.1 del mondo di pochi giorni fa e un n.1 di tanti anni fa. I confronti diretti (mai sull’erba) vedono avanti 5-3 Andy Roddick, ma negli ultimi due anni le gerarchie si sono rovesciate. Ora il favorito è il serbo che però ha tutto da perdere. Altri grandi duelli odierni Cilic-Hewitt, Gasquet-Baghdatis, Tsonga-Raonic.
Da Londra, Ubaldo Scanagatta
ITALIANI IN CAMPO
Errani/Vinci-Klepac/Srebotnik (primo match, campo 12, inizio ore 12.30)
Bracciali/Seppi-Berdych/Stepanek (primo match, campo 15, dal 64 67 11, inizio alle 13.30)
Pennetta/Schiavone-Parra Santonja/Medina Garrigues (primo match ore 17, dal 2-3, inizio ore 14)
Dall’inviato
Ubaldo Scanagatta
WIMBLEDON – Oggi, per il secondo turno del torneo olimpico, ci sono diversi match interessanti, si entra davvero nel vivo. Cilic-Hewitt, Gasquet-Baghdatis, Tsonga-Raonic sono match interessantissimi, sulla carta (e sull’erba).
E poi c’è Roddick-Djokovic. Soltanto un paio d’anni fa un match Roddick-Djokovic avrebbe potuto essere una finale d’un grande torneo e un duello molto atteso. Un ex n.1 del mondo contro chi sarebbe diventato n.1 del mondo. Interessante e qualcosa di più. Basti dire che i due si sono incontrati 8 volte e 5 ha vinto Tutte le 8 volte sono state sfide sul cemento. Ma fino a due anni fa, ricordando come Roddick avesse perso la finale di Wimbledon con Federer nel 2009 soltanto 16-14 al quinto, se avessimo dovuto azzardare un pronostico alla vigilia di un confronto sull’erba di Wimbledon, probabilmente avremmo puntato una sterlina su Roddick.
Ora è chiaro che in due anni sono cambiate tante cose, che Djokovic soprattutto lo scorso anno è stato praticamente imbattibile e ha pure vinto Wimbledon mentre Roddick, oggi quasi trentenne (li compierà il 30 agosto) ha perso indubbiamente un po’ di smalto e non sembra più quello che all’All England Club ha perso 3 finali perché ha sempre avuto la jella di dover affrontare lì il miglior Federer.
Ma recentemente e superando il n.11 del mondo John Isner, Andy ha vinto un torneo, il n.32 della sua carriera ad Atlanta (solo Federer e Nadal dei tennisti in attività ne hanno vinti di più) e questo può avergli dato fiducia dopo che tanti, incluso il mio amico Peter Bodo, avevano criticato la sua scelta di iscrivrsi ad un torneo sul cemento, fra un Wimbledon e l’altro.
“Ogni volta che ho vinto un torneo ho sempre pensato che poteva essere anche l’ultimo” ha commentato Andy, uno dei giocatori più intelligenti e dotati di sense of humour del circuito (anche se a volte un tantino arrogante con arbitri, giudici di linea, giornalisti, come se soffrisse di un complesso di…superiorità).
Nemmeno tanto tempo fa una serie di prestazioni deludenti (San Josè, memphis, Delray Beach, Indian Wells) l’avevano fatto piombare nel ranking addirittura a n.34, il punto più basso dal luglio 2001, 11 anni fa insomma! Molti critici gli suggerivano il ritiro, financo nel corso delle sue conferenze stampa, sempre fra le più spiritose ed originale. Roddick avrebbe avuto un guizzo a Miami, battendo uno spento Federer, ma per ricadere nell’anonimato perdendo al turno successivo.
Un infortunio al quadricipite lo avrebbe fermato poi per due mesi e per lui ritornare a giocare sulla terra rossa del Roland Garros, e subito tre set su cinque, non era certo l’ideale. Nemmeno il suo avversario, il francese Mahut _ più celebre per la sua sconfitta 70-68 al quinto con Isner che per qualunque vittoria _ non era neppur lui un grandissimo specialista della terra rossa. Ma vinse e disse: “Beh Roddick non è certo più quel n.1 che era stato”.
Passi per Parigi e la terra rossa, ma Andy perfino sull’erba prediletta del Queen’s, un torneo che aveva vinto ben 4 volte, uscì al secondo turno. Addio ranking, addio vita da top-ten, lui che c’era stato ininterrottamente in 9 anni degli ultimi 10. E ogni anno, dall’anno del suo esordio come pro Andy ha vinto almeno un torneo. Una bella continuità, bisogna ammetterlo, per uno dei giocatori con il servizio più veloce al mondo. 250 km orari o giù di lì.
Ai suoi inizi Roddick, in un’America che piangeva il declino dei Sampras, degli Agassi, dei Courier e dei Chang e temeva che non potesse esserci un erede, venne presentato addirittura come il nuovo “Messia”! Poi, perfino quando diventò n.1 del mondo vincendo l’US open 2003, tutti si resero conto che il suo tennis non era quello dei grandissimi, troppo legato al servizio e al dritto, mentre il rovescio era certamente un colpo troppo debole. Roddick le ha provate tutte, ha cambiato diversi allenatori di nome e prestigio dopo il primissimo Benhabiles, da Brad Gilbert a Dean Goldfine, da Jimmy Connors a Larry Stefanki che lo segue dal 2008, ma certo non ha più colto i risultati che si riprometteva.
Però è un tipo di grande orgoglio e secondo me, anche se Djokovic ha una gran risposta e se riesce a palleggiare con Roddick difficilmente perdere uno scambio sulla diagonale rovescia. Djokovic non è Seppi, battuto da Roddick nella finale di Eastbourne poco più d’un mese fa. In quel torneo Roddick vinse il match n.600 della sua carriera, ma non c’erano lì avversari della statura di un Djokovic. Oggi sarà molto più dura, però potrebbe non essere un match impossibile. Roddick è orgoglioso e non trema. Se si avvicina a poter vincere può vincere. Non avrà braccino. Ma può anche rimediare una “stesa” e deprimersi dopo un set da lui mal giocato o troppo ben giocato da Djoker. Resta però, per me, un match da vedere, soprattutto all’inizio. Poi si vedrà.
Il passaggio dal cemento di Atlanta all’erba di Wimbledon non lo considera un problema: “Ho giocato sull’erba tante volte e mi piace. Non è un problema averci giocato poco in questi ultimi giorni”. Roddick non disse chiaramente, dopo l’ultimo Wimbledon, se quello sarebbe stato davvero l’ultimo, se sarebbe ritornato nel 2013. Forse la vera decisione potrebbe prenderla oggi. Una bastosta con Djokovic potrebbe persuaderlo a mollare. Ma un exploit (e sarebbe tale anche una gran battaglia) invece a continuare. Per quanto mi riguarda mi dispiacerebbe che venisse umiliato.
Ubaldo Scanagatetta
Fonte: www.ubitennis.com
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