Australian Open: Murray avanza tutta!!!
Lo scozzese apre la caccia al titolo con autorità regolando Haase in un’ora e trentasette minuti.

Murray – Haase 63 61 63
l debutto in uno Slam da campione in uno Slam, Murray apre con una vittoria solida e incoraggiante. Poteva presentare qualche rischio la prima australiana della nuova vita di “Crocodile Dunblane”, come Nial Smith l’ha raffigurato in un simpatico poster nei panni di Paul Hogan, “Crocodile Dundee”, abbracciato alla sua Kim Sears. “MI ha fatto ridere” ha ammesso Murray, in posa con tanto di frusta e cappello a tesa larga sotto lo slogan “E’ qui per i vostri trofei… e le vostre Sheila”
Haase, più “vecchio” di un mese e votato Comeback Player of the Year nel 2010, ha vinto la prima delle due precedenti, a Rotterdam nel 2008, prima che Murray si prendesse la rivincita agli Us Open del 2011 rimontando uno svantaggio di due set.
Ma il 63 61 63 finale certifica una superiorità fisica e mentale mai davvero in discussione. “E’ un ottimo inizio” ha detto Murray a caldo, “fa sempre bene vincere in tre set all’esordio in uno Slam”. Lo scozzese ha parlato molto bene di Lendl, che ha faticato a uscire dallo stadio perché circondato dai fan che volevano farsi una foto con lui (e con il suo copricapo bianco da legionario): “Mi fa lavorare molto. Ma è soprattutto una persona schietta, diretta. Ti dice esattamente le cose come stanno. Ed è di questo che ho bisogno”.
Lo scozzese fa corsa in testa da subito, grazie al break nel terzo game: mancata una prima chance in recupero sul drop di rovescio di Haase, converte la seconda con un passante alto e centrale su cui l’olandese non trova la coordinazione per la volée. Haase dà il meglio quando può generare potenza col dritto dall’alto verso il basso ma Murray riesce a imporre subito la sua superiorità sulla diagonale sinistra (nonostante un paio di rivedibili palle corte) e con un paio di notevoli accelerazioni completa anche il secondo break consecutivo (4-1 e servizio) con Haase che invece stecca l’ultimo rovescio del game.
Il sesto gioco dà la misura della differenza tra i due. Haase vede sfumare cinque palle break: se le procura con un tennis aggressivo, e Murray le salva col servizio (un ace a cancellare la terza) soluzioni e approccio altrettanto proattivi, come il dritto stampato di forza per annullare la quarta. Alla fine la dura e la vince, perché se la mette sulla resistenza ha pochi rivali e Haase, che agli Australian Open non è andato oltre il terzo turno (perse due anni fa da Roddick), chiude con due gratuiti.
Dopo il primo “come on” della partita, Murray si incarta anche nel primo doppio fallo (5-2 15-30) e finisce per cedere il controbreak: l’orgoglio dell’olandese è tutto nell’accelerazione di dritto che lo porta sul 3-5. La chiusura, però, è solo rimandata. Scappa il rovescio in topspin di Haase e Murray completa il 6-3 dopo 41 minuti grazie soprattutto ai sei gratuiti in meno, 16 a 10 (pari il bilancio dei vincenti, 7 per parte).
Lendl, con tanto di copricapo da legionario, assiste con la sua solita espressione da sfinge a un secondo set in cui Murray continua a dominare. Dopo altri 23 minuti, grazie a un altro quasi-regalo di dritto di Haase, il campione degli Us Open sta già servendo per il secondo set. Haase, sempre più tradito anche dal suo colpo migliore, lancia messaggi di resa e frustrazione mentre butta le ultime due risposte del parziale.
Il terzo sembra seguire lo stesso copione del secondo, con lo scozzese rapidamente avanti 4-1 e in vista del traguardo. Ma, come nel primo, si distrae un attimo e Haase controbreaka con un vincente di dritto lungolinea e grazie a due gratuiti del numero 3 del mondo. L’olandese tiene a zero (4-3) mentre Muzza, che ha buttato una risposta di dritto a rete, mormora qualcosa avviandosi verso il cambio campo. E continua a parlare tra se e sé anche dopo aver tenuto il successivo turno di battuta che lo porta a un solo game dalla vittoria. E Haase non trova di meglio che consegnare tre match point con un doppio fallo e mancare un dritto col corpo indietro.
Joao Souza dovrà fare davvero qualcosa di speciale per mettergli paura al secondo turno. (Alessandro Mastroluca)
Negli altri match di giornata bella vittoria di Berankis su Stakhovsky e epica rimonta di Florian Mayer contro Rhyne Williams, che ha vinto i playoff USTA in finale su Smyczek (entrato comunque in tabellone e capace di battere in tre set Karlovic). Amico, compagno di doppio e di camera di Tennys Sandgren al college, è appassionato di videogame, soprattutto basketball e calcio. E’ stato un suo amico italiano, Matteo Fago, che come lui frequenta l’università del Tennessee, a fargli scoprire FIFA. DHa scelto il tennis a 13 anni, dopo aver giocato a pallacanestro e a baseball (era un pitcher di buon livello). Curiosa l’origine del suo nome, Rhyne. E’ il cognome da nubile della nonna. E’ anche il nome che la famiglia ha scelto per l’azienda di orologi che gestiscono a Newport, la Rhyne Lumber and Clock Company.
Williams ha vinto i primi due set ma ha finito per cedere 61 al quinto dopo un epico tiebreak al quarto set in cui ha sprecato due match point e Mayer ha chiuso alla sesta opportunità.
Angelo Lo Conte, Daniele Malafarina, Roberto Salerno
Fonte: www.ubitennis.com
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